MotoGp: prossima tappa Gran premio delle Americhe

Dal 12 al 14 Aprile prove libere e gara. La progettazione della pista, i racconti dei piloti

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Gran premio delle Americhe, la pista di Austin vista dai piloti MotoGP

Progettato dal celebre disegnatore tedesco, Hermann Tilke e ultimato nel 2012, il circuito del Gran premio delle Americhe offre ai piloti più arditi una bella occasione per mettere in mostra la vocazione per la velocità.

Pedrosa a proposito del Circuito del Gran premio delle Americhe

“La pista è davvero impressionante. Ha forti dislivelli e alcune curve cieche, offre molte opportunità di sorpasso. Credo sia anche una pista molto impegnativa per la resistenza dei piloti, la prima parte è logorante!”

Il circuito è considerato di medio impegno per le parti frenanti della moto. Per i piloti la difficoltà per quanto riguarda le frenate, in una scala da 1 a 5, è 3. Quello che riserva il circuito in termini di difficoltà tecniche è la notevole inclinazione nel tratto rettilineo prima della linea di traguardo. Questo include 41 m di pendenza che può trarre in errore i piloti indotti a frenare eccessivamente.  Fai il giro della pista del circuito di Austin con Marc Màrquez

Gli ostacoli scelti in sede di progettazione della pista sono le tre curve da affrontare a bassa velocità e i rettilinei con cambi di pendenza. In particolare dopo il traguardo le moto scalano da 311 Km/h a 60 Km/h, impegnando i freni per pochissimi secondi in cui i piloti devono resistere in sella alla moto.

La stessa cosa succede alla curva 12 dove il pilota riduce la velocità da 330 Km/h a 70 Km/h in 6 secondi!

Le linee guida dei circuiti di Tilke

Il tracciatore di circuiti  realizza piste da corsa da 40 anni, integrando il paesaggio del posto con le caratteristiche fisiche del terreno e elaborando la traccia iniziale con  tecnologie digitali e la guida virtuale.  Hermann Tilke dichiara a proposito del suo modus operandi: “Spesso abbiamo l’opportunità di esplorare il terreno insieme al cliente, il che è estremamente utile. Da lì si passa ai primi workshop dove si valuta quale potrebbe essere il carattere della pista. Ciò dipende ovviamente dal terreno stesso, cioè da quanti dislivelli ci sono. Anche la dimensione e la forma del terreno giocano un ruolo importante. A volte abbiamo l’opportunità, ad esempio, di girare la pista in modo che gli spettatori sulla tribuna non guardino verso il sole all’inizio della gara. Dopo aver discusso tutto ciò in diversi workshop, abbiamo il primo concetto di base. Questo poi va al computer, dove le dinamiche di guida vengono esaminate e poi inserite in un simulatore di guida qui in modo da poter guidare in pista. Verso l’inizio della costruzione dobbiamo poi assicurarci che tutto sia coordinato correttamente e che avremo finito in tempo. Ma anche quando la traccia sarà completa, per noi il progetto non sarà finito. Continuiamo a fornire supporto alla pista per questioni tecniche, ma poi gradualmente ci ritiriamo dall’operazione”



Da qualche anno affianco la mia attività lavorativa con la scrittura sia di racconti, premiati in tre edizioni del Giallofestival di Bologna che di articoli per piattaforme digitali. Fortunatamente il lavoro part time, mi consente di dedicarmi anche a concorsi letterari vincendo riconoscimenti o segnalazioni anche per edizioni di poesia, come il concorso nazionale Argentario. Ho ricevuto di recente il premio al Salone del libro di Torino nell'ambito della IV edizione del Giallofestival di Bologna con titolo di primo classificato 'miglior personaggio non protagonista' e relativa pubblicazione del racconto nella raccolta 2022 Damster ed. Del Loggione. Per la piattaforma digitale Serendipity srl, società in cui Chiara Ferragni è comproprietaria, sono stata articolista descrivendo i viaggi e i video inviati dagli utenti del sito di affitti turistici. Sono una persona sportiva, con la mia mountain bike ho percorso tutte le strade del Chianti fiorentino. Sono convinta che la mobilità green sia l’unico futuro possibile per la salvaguardia dell’ambiente e per il benessere psicofisico. Avendo svolto studi in Scienze Agrarie durante il periodo di isolamento per la pandemia ho svolto una raccolta fotografica e classificazione di circa 200 specie di flora spontanea e di circa 70 specie micologiche dell'area del Chianti fiorentino.