Milan, parla Stefano Pioli

L’allenatore rossonero a tutto campo, dallo scudetto alla nuova stagione

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Milan, parla Stefano Pioli. Questa mattina, l’allenatore ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco di Noceto (Pr), Fabio Fecci. Una grande soddisfazione per un parmigiano doc. A margine dell’evento, il tecnico rossonero ha rilasciato alcuni pensieri ai giornalisti presenti alla manifestazione. Sulla cittadinanza onoraria ha detto: “E’ un grande onore. Il sindaco è un amico, è un grande tifoso del Milan. Sono molto legato a questo territorio e quindi è un grande piacere essere qui”. Parlando dallo splendido rapporto con i calciatori, ha dichiarato: “I giocatori mi sono mancati, ci siamo tenuti in contatto su whatsapp. Non sono più giovanissimo, ma dentro mi sento giovane. Spero in un futuro importante”. Proprio dal rapporto con lo spogliatoio è nata una bella fetta del tricolore rossonero. L’empatia fra Pioli e la squadra è stata un ingrediente fondamentale durante l’annata conclusasi con la conquista del diciannovesimo scudetto.

Milan, parla Stefano Pioli. L’avvio della stagione, le speranze di nuovi successi e la tranquillità per il calciomercato

Il quattro luglio comincia il raduno della squadra rossonera, il tecnico non vede l’ora: “Lunedì inizieremo la preparazione con grande entusiasmo. Abbiamo fatto qualcosa di speciale, ma deve essere solo un punto di partenza. Sappiamo le difficoltà che troveremo in Italia e in Europa. Solo grande entusiasmo per la ripresa”. Non poteva assolutamente mancare un accenno al calciomercato, che aprirà i battenti ufficialmente il primo luglio: “Cosa mi aspetto? Mi aspetto di riprendere il 4 luglio con grande entusiasmo, i miei giocatori mi sono mancati. Sarà una stagione difficile, noi cercheremo di essere all’altezza, qualcosa sarà fatto in entrata, sono sereno perché il club sa cosa fare”. 

Milan, parla Stefano Pioli. Il rapporto con se stesso e il Parma

Ricordando le tappe della sua carriera da allenatore partita proprio dalla squadra della sua città, Stefano Pioli ha ammesso di essere cambiato molto: “Rispetto a quel primo biennio da allenatore fra il 1982 e il 1984, sono cambiato tanto. Ma credo che faccia parte di un percorso umano, non solo quello di allenatore. Adesso sono sicuramente più maturo e più consapevole delle competenze che servono per svolgere al meglio la mia professione. Parma resta un dispiacere per me, mi sarebbe piaciuto fare diversamente quell’esperienza, ma è servita per diventare quello che sono oggi. Non sono più giovanissimo, che se dentro mi sento giovane, con voglia di crescere e migliorare”. Infine, l’allenatore si rammarica: “Parma resta nel mio cuore, sono cresciuto qui, da ragazzo sono diventato uomo. Sono andato alla Juventus grazie al Parma, devo solo ringraziare il Parma per l’esperienza da calciatore. Per quella da allenatore rimane un po’ di dispiacere”.