Nazionale, continua il periodo nero di Mancini

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Nazionale, continua il periodo nero di Mancini. Con un secco e perentorio 3-0 nella cornice di Wembley, gli argentini hanno chiuso il ciclo della squadra campione d’Europa solo un anno fa. In campo, undici fantasmi che di squadra avevano solo le maglie in comune. È mancato tutto: gioco, carattere, condizione atletica e mentale. Un netto passo indietro che deve essere una utile riflessione per Mancini e il suo staff tecnico. Dopo la cocente eliminazione dal prossimo mondiale qatariota (ad opera della Macedonia…..), un’altra brutta sconfitta nella Supercoppa per Nazionali. La nazionale bella e fresca di un anno fa è un lontano ricordo.

Nazionale continua il periodo nero di Mancini. La sconfitta sul territorio dell’Italia: il gioco

La nazionale albiceleste ha comandato dall’inizio alla fine della partita, mostrando una superiorità impressionante nei confronti degli azzurri. Azioni che partivano dal basso, con Romero e Otamendi abili palleggiatori, che appoggiavano il gioco su una mediana dove De Paul ha dettato i tempi con maestria e quasi indisturbato. L’azione offensiva poggiava sull’estro di Messi e Di Maria, abili ad allargarsi per favorire i tagli offensivi dei centrocampisti e le imbucate di Lautaro Martinez. Un tiqui-taca efficace quello argentino. L’interista ha aperto le danze, con un colpo sotto su cross di Messi. Di Maria ha raddoppiato sul finire del primo tempo, con un delizioso pallonetto alle spalle di Donnarumma. Il tris nel finale, con il subentrato Dybala che ha sfruttato una incursione centrale del solito Messi, per mettere la palla nell’angolino, suggellando il trionfo. Lezione del giovane ct Scaloni al più navigato e titolato collega Mancini.

Nazionale, l’addio di Chiellini e il vuoto dietro 

Ultima apparizione in nazionale per Giorgio Chiellini, congedatosi dall’azzurro al termine del primo tempo. Il centrale chiude con 117 presenze e lascia un vuoto difficile da colmare in difesa, nonostante la presenza di Bastoni. L’anagrafe di Acerbi e Bonucci non autorizza ottimismo, visto il vuoto generazionale. Mancini è stato costretto a ricorrere a Di Lorenzo centrale, non il massimo della vita adattare un terzino destro in quel ruolo. Adesso il ct ha davanti quattro partite di Nations League per raddrizzare una barca che fa acqua da tutte le parti. L’Argentina ha spiegato bene i problemi azzurri: da una parte con la maglia numero dieci c’era Messi, dall’altra Bernardeschi. Tutta la rosa albiceleste ha giocatori di caratura internazionale e abituata a grandi palcoscenici. Ieri sera ha giocato Belotti, centravanti del Torino, che non fa coppe europee da una vita. Dopo è entrato Scamacca, altro che non conosce il voltaggio a certi livelli. In parole povere, non c’è materiale per sognare un futuro radioso a medio termine. La notte è ancora molto lunga, come spiegano due eliminazioni consecutive alla fase finale dei campionati del mondo.