Insulti e minacce: nel mirino ancora a Morata e famiglia

Le minacce verso la famiglia Morata continuano, stavolta ne ha parlato la moglie Alice Campello

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alvaro morata alla juve

Insulti e minacce. Uno degli sport preferiti dai leoni da tastiera presenti sul web, ed in particolare l modo sui social network. Una moda davvero diffusa e di cattivo gusto, che andrebbe non solo condannata, ma colpita con precisione e regole certe. Giusta, la libertà di pensiero e di espressione. Gli insulti e le minacce invece andrebbero perseguite con forza ed estrema decisione. Dopo gli insulti e le minacce subite dai tifosi spagnoli, Alvaro Morata è stato vittima anche di quelli messi in campo, per restare in ambito calcistico, dai pseudo tifosi italiani. Ieri l’Italia, dopo una lunga battaglia sul campo, ha eliminato la Spagna dopo i calci di rigore, qualificandosi alla finale del campionato europei, che si disputerà a Wembley domenica sera.

Insulti e minacce: la moglie di Morata c’è li racconta

“Ti brucio in diretta se posti il gol”. “Tuo figlio muore di infarto”. “Vacca di donna, “Morata muore di tumore”. Questa è una parte degli insulti ricevuti sui social da Alvaro Morata e la moglie Alice Campello. La modella italiana è intervenuta, postando alcuni degli insulti e delle minacce ricevute. Ma chi sono i mandanti? Sono dei “tifosi italiani”, che non rappresentano il nostro paese. Sino invece una frangia della società, che va combattuta.

La reazione della Campello, dovrebbe essere quella di ognuno di noi

Alice Campello ha reagito: ” Queste persone non rappresentano l’Italia. Sono una parte della popolazione che troviamo in ogni angolo del pianeta”. Ha poi proseguito precisando un concetto. “Queste reazioni sono determinate purtroppo dall’ignoranza, che dilaga spesso nella rete”. Dargli torto è davvero difficile. Anche noi di News-Sports, siamo solidali con il centravanti bianconero e con la sua famiglia. Certi atteggiamenti fanno male allo sport ed alla società in generale. Sono il segno di una tolleranza che stenta a decollare, ma soprattutto figli dell’impunità diffusa. Regole non rispettate e mai punite, da un sistema permissivo che sta affondando cultura e educazione civica