Intervista a Filippo Tortu, l’erede naturale di Pietro Mennea

Dopo averci fatto sognare nella 4×100 con l’Oro di Tokyo e l’Argento di Budapest, Filippo tira le somme di un’annata comunque positiva

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Filippo Tortu è forse  l’erede naturale di Pietro Mennea. Certamente ancora non ha dimostrato tutto il suo potenziale nè sui 100 metri e nè sui 200, ma non c’è dubbio alcuno che il suo impegno, nell’abbattere il muro dei 20″ nel mezzo  giro di pista, è massimo, costante  , da stakanovista dell’allenamento quotidiano, dove ci ha confessato, che per tale scopo, arriva ad allenarsi fino a 3 volte al giorno.

Per ciò, caro Filippo, l’ammiriamo e sopratutto le auguriamo di realizzare tutti i suoi sacrosanti sogni sportivi sia per noi italiani, a cui ha regalato, insieme ai suoi splendidi compagni, gioie impensabili fino a 3 anni fa,  sia di continuare su questa strada per prendere definitivamente l’eredità del Grande Mennea.

Di seguito l’intervista:

1) Allora Filippo come pensa che sia stato per lei e la 4×100 questo 2023?

Direi fantastico. Dopo Tokyo la cosa più importante era riconfermarsi a livello Mondiale, per chiarire a noi stessi e al Mondo intero, che siamo una squadra di altissimo livello. Ci siamo riusciti con l’argento a Budapest, il quale ci proietta agli Europei ed alle prossime Olimpiadi con grande entusiasmo.

2) Al netto delle delusioni sportive, che possono capitare anche ai più grandi come lei, dove pensa di non aver ottenuto ciò che si era prefissato?

Quest’anno ho sbagliato la gara individuale ai Mondiali. È una cosa su cui  dovró lavorarci molto in futuro, perchè avendo pochi appuntamenti all’anno, non ci si può permettere di non essere al 100%.

3) L’eco e l’immagine dell’oro alle Olimpiadi di Tokyo, è ancora vivo nella mente degli italiani, come se fosse accaduto ieri. Ecco quel suo straordinario  8″ e 84″‘ in frazione, che ci permise di vincere il titolo, come si ottiene in allenamento?

Sicuramente lavorando molto sulla fase lanciata, che poi è quella che serve durante una staffetta. Poi viene la parte dell’allenamento per i cambi con i miei compagni, la quale è altrettanto importante, ma se dovessi identificare il fattore di successo di quella gara, è stata certamente la carica emotiva che sapevamo arrivare dagli italiani che ci stavano guardando da casa. Correre per la tua nazione è più bello che correre per se stessi.

4) Secondo lei, con la massima onestà che l’ha sempre contraddistinta, perchè non riesce ad esprimere ancora tutto il suo potenziale nei 200 metri piani?

Se avessi la risposta giusta andrei a colpo sicuro nel risolvere il problema. Tuttavia, credo ci sia una questione di distribuzione delle velocità durante la gara, cosa che stiamo cercando di migliorare.

5) Oltre agli infortuni da lei patiti, cosa pensa che si debba fare per farla esplodere definitivamente?

Credo che debba lavorare più duramente di quanto fatto in passato. Questa condizione, però, è una costante di ogni anno che vige nei nostri programmi.

6) È stato il primo italiano a scendere sotto i 10″ nei 100 metri, da quel record come è cambiato il suo approccio alla vita in pista?

Ora  sono più consapevole di ciò che valgo, ma sopratutto a ciò a cui devo aspirare. Mi alleno anche 3 volte al giorno, proprio per scendere sotto i 20″ nei 200 metri adesso.

7) Questa è una domanda per i curiosi, i quali vogliono ridere gogliardicamente ed in modo bonario, che non sanno la distanza esatta tra la fermata della metro di Curdusio e quella del Duomo a Milano.

Quel giorno di marzo, il noto conduttore Cattelan la sfidò a compiere quel perimetro. Lei impiegò circa 1′ e 09″, esattamente quanti metri percorse in tale lasso di tempo?

Erano circa 300 metri, che in pista durante un allenamento percorrerei in 32″ circa. Lì, però, c’erano da considerare tornelli, scale e persone da evitare, quindi, aggiungiamoci quello che manca e si arriva al tempo finale (Per la statistica Filippo corse quei 300 metri a poco meno di 18 km/h).

8) Tornando all’atletica vera, se fosse vivo il Grande Pietro Mennea, cosa vorrebbe dirgli e promettergli?

Lo conobbi anni fa in pista ad Olbia, in Sardegna. Mi piacerebbe chiedergli se si sarebbe mai aspettato che il ragazzino minuto, il quale aveva corricchiato con lui quel giorno, lo avrebbe battuto un domani. Inoltre vorrei chiedergli cosa migliorare in gara per avvicinarmi al suo strepitoso record nei 200 metri. Infine vorrei promettergli che un giorno batterò anche quello, in modo tale da poterlo rendere orgoglioso di me.

9) Quanti margini di miglioramento pensa di avere nei 100 e 200 metri?

Nei 100 metri potrei migliorare di un decimo mentre nei 200 non voglio pormi limiti, sicuramente meno di 19″ e 90″‘.

10) Studio e sport vanno di pari passo, lei ne è un esempio concreto. Come pensa che dovrebbe essere riformato il Mondo scolastico italiano, affinchè possa garantire al maggior numero possibile di atleti di esprimere tutto il loro talento, di cui poi ne gioverebbe una nazione intera?

Vorrei ragionare su 3 cose: A) mi piacerebbe che i professori delle altre materie dessero la stessa importanza al tempo impiegato per praticare  sport  e  a quello  per lo studio delle discipline classiche.

B) Lo sport deve far parte della vita di ognuno di noi e non deve essere visto come un elemento di disturbo, semmai di arricchimento. Inoltre, mi piacerebbe molto che nelle nostre scuole fosse reso obbligatorio trasmettere gli eventi sportivi simbolo del nostro paese, affinchè ispirino gli studenti a compiere le stesse imprese dei Campioni sportivi italiani del passato e del presente. Queste cose vanno mostrate assolutamente ai nostri ragazzi, altrimenti come potrebbero mai essere ispirati a diventare i Campioni del futuro?

C) Per concludere il discorso,  credo che sia necessario ed utile introdurre lo studio della storia dello sport italiano.

11) Dove può arrivare questa sorprendente 4×100, che la vede tra i più veloci di ogni era?

Il sogno è vincere a Parigi 2024, riscrivendo il record italiano.

12) Concluda, sempre se vuole, dicendo tutto quello che vorrebbe dire, ma che non ha ancora detto, insomma una domanda alla Marzullo. Lo può fare?

La domanda è molto bella e stimolante, ma preferisco dare una risposta più in linea con il mio modo di pensare: ovvero testa bassa e lavorare.

 

Ringraziamo Filippo Tortu e la sua responsabile alla comunicazione, Chiara Signorotto, per l’esaudiente intervista, con la speranza che già dalla prossima staremo a chiedergli, nuovamente, come sia riuscito ad abbattere il fatidico muro dei 20″ sui 200 metri piani , un tempo con cui si entra a far parte di diritto nel Mondo dei grandi Campioni.



Sono stato un ex atleta agonista sia di sport collettivi che individuali. Ho praticato il calcio fino al 1996 arrivando alle soglie della serie D. Nello stesso anno un infortunio mi dirottò al Triathlon dove mi specializzai nelle lunghe distanze vincendo un argento ed un bronzo ai Campionati Italiani Age-group dell'Isola D'Elba, sempre su distanza Ironman (3.8 km di nuoto, 180 km di bici e 42 km di corsa). Ho iniziato a scrivere nel 2018 presso Supernews, poi nel 2020 ho iniziato a collaborare, per avere visibilità, con la Gazzetta Fan-news; infine sono approdato alla testata di Sportpaper nel settembre del 2021. Adesso spero si dare il mio contributo anche a News-sports. I miei cavalli di battaglia sono le interviste ai Campioni di ogni sport ed amo scrivere di qualsiasi disciplina perchè lo sport è vita.