Attualità, arrestato Messina Danaro

Il boss era latitante dal 1993. È stato arrestato, senza opporre resistenza, all’interno di una clinica privata di Palermo dove si trovava per sottoporsi ad alcune terapie.

Tempo di lettura: 3 Minuti
715
ultime notizie sportive e di attualità

Attualità, arrestato Messina Danaro. Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Cappellino, cappotto di montone da uomo e occhiali da vista scuri, tenuto sotto braccio dai carabinieri, Messina Denaro ha attraversato a piedi in manette per alcune centinaia di metri il viale della clinica dopo l’arresto arrivando in strada, prima di essere portato via su un mezzo dei carabinieri del Ros.

E’ stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dov’era andato “per sottoporsi a terapie”. Dopo il blitz nella clinica, l’ormai ex superlatitante è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano, poi all’aeroporto di Boccadifalco per essere trasferito in una struttura carceraria di massima sicurezza.

Attualità, arrestato Messina Danaro: il mafioso non oppone resistenza. La soddisfazione della Meloni

L’uomo a quanto si apprende da fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti. Secondo quanto si apprende il boss, che non ha opposto resistenza all’arresto, era in cura nella clinica palermitana da un anno.

Queste le parole della premier Meloni: “Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia. All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia.

I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa.

Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutiva, la difesa del carcere ostativo, ha riguardato proprio questa materia”.

Attualità, arrestato Messina Danaro: le stragi e l’omicidio del piccolo Di Matteo

In linea con la strategia stragista dei corleonesi, dei quali, come suo padre, resterà sempre fedele alleato, Messina Denaro è coinvolto nelle stragi del ’92 in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Un ruolo quello di Messina Denaro emerso solo quando la Procura di Caltanissetta, che ha riaperto le indagini sugli attentati, ha chiesto la custodia cautelare per il boss di Castelvetrano e a ottobre del 2020 lo ha fatto condannare all’ergastolo per i due attentati.

Secondo gli investigatori sarebbe stato presente al summit voluto da Riina, nell’ottobre del 1991, in cui fu deciso il piano di morte che aveva come obiettivi i due magistrati. I pentiti raccontano, poi, che faceva parte del commando che avrebbe dovuto eliminare Falcone a Roma, tanto da aver preso parte ai pedinamenti e ai sopralluoghi organizzati per l’attentato. Da Palermo, però, arrivò lo stop di Riina. E Falcone venne ucciso qualche mese dopo a Capaci.

Un ruolo importante lo ha avuto anche nelle stragi del 1993 a Roma, Firenze e Milano. Imputato e processato è stato condannato all’ergastolo per le bombe nel Continente. La sua latitanza comincia a giugno del 1993. Il boss trapanese nella sua carriera criminale ha collezionato decine di ergastoli.

Oltre a quelli per le bombe del Continente, ha avuto il carcere a vita per il sequestro e l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito rapito da un commando di Cosa nostra, strangolato e sciolto nell’acido nel 1996 dopo quasi due anni di prigionia.

Riconosciuto colpevole di associazione mafiosa a partire dal 1989, l’ultima condanna per mafia è a 30 anni di reclusione in continuazione con le precedenti. Il tribunale di Marsala per la prima volta gli ha riconosciuto la qualifica di capo nel 2012. E una pioggia di ergastoli il boss li ha avuti anche nei processi Omega e Arca che hanno fatto luce su una serie di omicidi di mafia commessi tra Alcamo, Marsala e Castellammare tra il 1989 e il 1992.