Abbiamo intervistato Giusy Anna Maria D’Alessio, giornalista esperta di ciclismo che ci ha fornito una lucida analisi del Tour de France 2022. La corsa a tappe più seguita al mondo presenta quest’anno un percorso difficile e complesso che può riservare diverse sorprese. Secondo Giusy Anna Maria D’Alessio gli azzurri non partono tra i favori del pronostico, ma potrebbero regalarci un’emozione inattesa.
Giusy, venerdì 1 luglio è partito il Tour de France. Tra i favoriti di quest’anno c’è il detentore dell’ultima Grande Boucle: Tadej Pogacar. In che condizioni è il giovane ciclista sloveno?
Ormai il nome di Tadej Pogacar in cima alla lista dei favoriti del Tour de France non fa più notizia. Lo strapotere, sia fisico che mentale, dello sloveno rischia di essere schiacciante anche quest’anno, in una Grande Boucle dal percorso molto complicato. Le incognite però non mancano: la prima è la marcia di avvicinamento al Tour di Pogacar, che come sempre partecipa a poche corse prima della Grande Boucle, saltando anche un appuntamento a mio parere quasi propedeutico come il Giro del Delfinato. L’altra è la squadra: l’UAE Team Emirates si presenta più competitiva rispetto agli altri anni, ma il paragone con corazzate come Ineos Grenadiers e soprattutto Jumbo-Visma rimane quasi impietoso. Eppure, Pogacar per me continua a essere il favorito numero uno anche per la buona sorte che sembra sempre accompagnarlo in bici: basti pensare alla manciata di centimetri con cui ha evitato di rimanere coinvolto in una bruttissima caduta in queste prime frazioni.
Tra gli outsider spiccano i nomi di Primoz Roglic e Jonas Vingegaard, ma anche Geraint Thomas e Daniel Martinez possono dire la loro. Tra questi, chi può spodestare Pogacar?
Il duo della Jumbo-Visma fa sicuramente paura. Certo, in questi casi, quando in una squadra ci sono due o più capitani, il dilemma è sempre il solito: un’arma in più per vincere un grande giro o un caos interno che finirà per danneggiare la squadra stessa? Il recente esempio della Bora-Hansgrohe, che al Giro si è presentata con tre capitani (Wilco Kelderman, Emanuel Buchmann e Jai Hindley, che avrebbe poi vinto la corsa rosa) sembra spingere per la prima ipotesi. Leggermente diversa la situazione in casa Ineos: Geraint Thomas non è quello degli anni d’oro e gli altri uomini più attesi, come Daniel Martinez e Adam Yates, non sembrano avere quel qualcosa in più che serve per vincere un Tour così duro. Ma, naturalmente, la strada sarà l’unico arbitro.
Quest’anno tra gli italiani in partenza solo Damiano Caruso sembra avere ambizioni di classifica generale. L’azzurro può entrare nella Top10 finale?
La marcia di avvicinamento della Bahrain Victorious al Tour è stata tutt’altro che semplice: il riferimento va soprattutto alle indagini, con tanto di diversi blitz all’alba, che da tempo stanno ‘perseguitando’ il team bahreinita, il cui capitano designato dovrebbe essere Jack Haig. Lo stesso Damiano Caruso a parole sembra allontanare qualsiasi ambizione: forse anche quella di entrare nella Top10. Senza contare che nella tappa 3 ha perso 39” a causa di un buco creatosi nel finale: con il siciliano c’era però anche Haig, a testimonianza che la fortuna non sembra ad oggi risiedere in casa Bahrain. Forse, chissà, un vantaggio per Caruso qualora avesse la condizione dell’anno scorso.
Dove possono arrivare Filippo Ganna e Mattia Cattaneo?
Purtroppo il grande obiettivo di Filippo Ganna, ossia conquistare la prima maglia gialla del Tour, è scivolato via tra sfortuna e la sorpresa Yves Lampaert, che ha beffato anche Wout Van Aert. Certo, in programma c’è un’altra cronometro, nella penultima tappa, ma la lunghezza (oltre 40 km) e soprattutto la stanchezza che avrà accumulato fino a quel punto il piemontese nelle vesti di gregario potrebbero remare contro il campione iridato della specialità. Al momento in classifica generale il miglior italiano è Mattia Cattaneo, ma purtroppo per l’azzurro si preannuncia un ruolo di uomo chiave nello scacchiere della Quick-Step Alpha Vinyl Team che, seppur senza le stelle Julian Alaphilippe e Mark Cavendish, continua e continuerà a essere una delle migliori squadre votate alla caccia delle tappe. Poi certo, il bergamasco va forte a cronometro e in salita: magari potrebbe regalarci qualche emozione inattesa.
Quale sarà la sorpresa di questo Tour de France?
Direi che Yves Lampaert che, da non specialista, vince la crono inaugurale e si assicura la prima maglia gialla potrebbe averci regalato già la principale sorpresa! Scherzi a parte, per la classifica generale farei il nome di Ben O’Connor, che nella scorsa edizione ha chiuso quarto: più di recente l’australiano al Delfinato si è piazzato sul podio alle spalle di Primoz Roglic e Jonas Vingegaard, a testimonianza di una tenuta eccellente in salita. Non per la classifica generale ma in ottica di ‘mina vagante’ cito volentieri Mathieu Burgaudeau, che in questo Tour cercherà qualche numero importante per scrollarsi di dosso l’etichetta di sosia di Julian Alaphilippe.
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