Franz Beckenbauer, addio al Kaiser !!!

Se ne va Franz Beckenbauer, il principe tedesco che rivoluzionò un ruolo.

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Franz Beckenbauer
Franz Beckenbauer

Franz Beckenbauer per quelli come me che hanno i genitori nati negli anni ’50 non  era un giocatore, era il prototipo di un modo di stare in campo.
Un cavaliere che i trentenni come me hanno iniziato a sentire prima ancora che a vedere  in qualche video evocativo della semifinale Italia- Germania 4-3 o in quel gioiellino di programma che era “Sfide” Rai 3.
Tra le mille vittorie forse è quella partita ad aver proiettato nell’ immaginario collettivo Beckenbauer a livello mondiale.
Durante la partita, infatti, si ruppe la spalla decidendo poi di rimanere in campo con una fasciatura di fortuna ad immobilizzargli il braccio.
Eroico come i grandi personaggi romantici tedeschi e allo stesso tempo innovativo e profondamente bavarese per la sua unicità nello svolgere i ruoli.
Il Kaiser fu tra i primi ad interpretare il ruolo di libero non solo in fase difensiva ma anche in quella offensiva. Franz si sganciava dalla linea di difesa oppure in prima persona faceva partire l’azione: consuetudine nel calcio moderno un po’ meno in quello del passato.
Questa sua caratteristica lo rese celebre in tutto il mondo e icona per i grandi “liberi” successivi, Scirea e Baresi su tutti.
Successori che non riuscirono mai ad eguagliarlo come, d’altronde, nessun altro difensore nella storia.
Il ’72 e il ’76 furono per lui gli anni del Pallone d’ oro e l’oro sarebbe stato un metallo che lo avrebbe seguito per tutto il corso della vita.
Da calciatore oltre ai premi individuali fece indigestione di trofei tra Bayern Monaco e Nazionale: 5 Bundesliga, 4 Coppe di Germania, 3 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe e 1 Intercontinentale, 1 Mondiale e 1 Europeo.
Una capacità impressionante di vincere che si è riconfermata anche da allenatore, sempre a capo dei suoi grandi amori calcistici con cui vinse la Bundesliga, la Coppa Uefa e il Mondiale delle “Notti Magiche”, risultando decisivo anche per la storia del suo paese che di li a poco si sarebbe riunificato sotto un’ unica bandiera.
Un campione a tutto tondo macchiato solo dall’esperienza dirigenziale nella quale si era tuffato dall’ inizio del 2000.
Nulla in confronto al suo lascito, lo chiamavo Kaiser per le sue note di personalità straripante ma non solo, anche perché con il volto dai lineamenti teneri che si ritrovava pareva Ludovico II di Baviera, il re a cui dobbiamo Wagner. Tedesco per default, sposò  una donna bionda, era razionale ed ora ci vorrebbe un “ma” ma i “ma” per personaggi così semplicemente non esistono.

Franz Beckenbauer – Wikipedia