Milinkovic-Savic, esempio di un calcio che non esiste più

Certifica ciò che è palese da anni, conta solo il denaro

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Milinkovic-Savic, ventotto anni compiuti a febbraio e da qualche settimana ha deciso che il calcio non è più quella passione che abbiamo sempre immaginato sin da piccoli. Uno sport per divertirsi, un gioco su cui scatenarsi. Ragionare così oggigiorno è quasi da manicomio, chiunque ci prenderebbe per matti e purtroppo ci tocca cambiare registro e pensare che quelle parole siano solo un miraggio. Ora come ora il calcio è solo un business: calciatori piazzati a destra e manca, come se fossero pedine da scacchi o pezzi di un puzzle sempre più orribile. E’ difficile reperire calciatori che restano nella stessa squadra per due o tre anni, già al terzo o al quarto anno sia loro e sia chi purtroppo li gestisce si muovono.

Milinkovic-Savic, venti milioni di euro all’anno con l’Al-Hilal

In che senso si muovono? Già si guardano intorno per capire come piazzare chi assistono da qualche altra parte: o nello stesso Paese, o magari all’estero. Quest’ultima è l’idea più gettonata, per far lievitare sempre più soldi. Soldi destinati al calciatore, alla società a cui lo stanno per togliere e soprattutto a se stessi. Un esempio lo era il compianto Mino Raiola; ha creato una carriera agendo così, specialmente quando era l’agente di Ibrahimovic. Lo svedese in tutta la sua carriera è stato ovunque: in Olanda, in Italia (essenzialmente), in Spagna, in Inghilterra, negli Stati Uniti. Ora Milinkovic-Savic ha lasciato la Lazio per andare all’Al-Hilal per venti milioni di euro all’anno, triste se a ventotto anni è questa la tua testa.

Milinkovic-Savic, è scomparsa del tutto la vecchia bandiera

Menzionare la parola bandiera nel calcio attualmente, è pura blasfemia. Su questo tema è meglio alzare si una bandiera, ma quella bianca e più di una. Essere un tutt’uno con la squadra per cui giochi, con i tifosi che ti venerano e ti osannano quasi come se fossi un dio – proprio per legarti per tanti anni alla stessa maglia – non è più una priorità. Adesso si è un tutt’uno col portafogli. L’ingordigia aumenta ogni anno sempre di più, al punto che la sazietà non è che offuscata, non c’è proprio. Il calcio è uno degli sport più seguiti al mondo, ma un bambino che inizia a seguirlo oggi, che idea può mai farsi del calcio? Non certo positiva ed è un peccato. Non lo indirizza nel verso giusto, come invece dovrebbe essere.