CRISI INTER E JUVENTUS: COSA STA MANCANDO AD INZAGHI ED ALLEGRI

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CRISI INTER E JUVENTUS

In vetta alla classifica di Serie A troviamo il Napoli a pari punti con una squadra nerazzurra, mentre subito sotto con un punto in meno c’è una squadra bianconera. E non stiamo parlando di Inter e Juventus, bensì di Atalanta e Udinese. Non si può dire lo stesso, invece, della Beneamata e della Vecchia Signora. Le due grandi del campionato italiano hanno faticato nelle prime sette giornate. Dodici punti per l’Inter, che si trova attualmente al settimo posto. Subito sotto c’è la Juventus, che di punti ne ha solamente dieci. Uno scenario impensabile primo dell’inizio del campionato, quando la squadra di Simone Inzaghi e quella di Massimiliano Allegri erano le due principali candidate per la vittoria dello Scudetto. La stagione è ancora lunga e quest’anno c’è di mezzo il Mondiale che potrebbe rappresentare un fattore determinante. Nel frattempo, le due settimane di sosta per le Nazionali permetteranno ad Inter e Juventus di riordinare le idee.

Inter, uno degli inizi peggiori

Dodici punti, tre sconfitte, tredici reti realizzate ed undici subite. Sono questi i numeri dell’Inter di Simone Inzaghi nelle prime sette giornate di Serie A. Numeri impietosi, soprattutto se confrontati con la passata stagione. A questo punto del campionato i nerazzurri non avevano mai perso ed avevano cinque punti e cinque gol realizzati in più, mentre le reti subite tre in meno. Basti pensare che l’Inter si era laureata campione d’inverno lo scorso anno perdendo nel girone di andata solamente allo Stadio Olimpico contro la Lazio. Dal 1994 era capitato solo tre volte alla formazione nerazzurra di perdere tre sfide nelle prime sette giornate di campionato. Da aggiungere, poi, la sconfitta casalinga in Champions League per mano del Bayern Monaco.

Inter, alla ricerca della solidità difensiva perduta

Lo scorso anno, l’Inter ha chiuso il campionato al secondo posto alle spalle del Milan, subendo in totale 32 reti. Quelle subite nelle prime sette giornate del campionato in corso sono già undici. Simone Inzaghi ha perso quella solidità difensiva che contraddistingueva la sua squadra. Le colpe sono da spartire tra il tecnico che ha le idee confuse ed i giocatori che non stanno rendendo al massimo. Prendendo per esempio la gara di Udine, Inzaghi ha cambiato quattro volte gli interpreti della difesa a tre. Per non parlare, poi, della scelta di sostituire alla mezz’ora del primo tempo Henrikh Mkhitaryan ed Alessandro Bastoni solo perché ammoniti. Un vizio che Inzaghi ha sempre avuto, anche alla Lazio, ma le sostituzioni arrivavano all’intervallo; una decisione che ha contribuito ad aumentare il nervosismo già presente all’interno dello spogliatoio.

La parola nervosismo non può che essere associata a Marcelo Brozovic. Il croato sarà assente per squalifica contro la Roma, una squalifica generata dalle cinque ammonizioni prese in sole sette partite. L’Inter non sta avendo il supporto giusto dai propri leader, la difesa sbanda, non ha un assetto preciso e non riesce più a dare garanzie. Il problema dei nerazzurri, poi, è anche mentale: nelle sconfitte contro Milan e Udinese, l’Inter era riuscita a trovare la rete del vantaggio. Una volta raggiunta, la formazione nerazzurra è sembrata non riuscire a reggere la pressione, crollando psicologicamente. Per il momento, comunque, nulla è compromesso. La società continua a dare fiducia a Simone Inzaghi, a differenza dei tifosi che dopo Udine hanno chiesto l’esonero. La spaccatura tra la dirigenza e la tifoseria sta aumentando e sul banco degli imputati è finito anche il presidente Steven Zhang. La sosta per le Nazionali potrebbe rappresentare la svolta per l’Inter, chiamata a reagire con la Roma e nel doppio impegno col Barcellona.

Juventus, dove è il “Fino alla Fine”?

Il nervosismo è il filo conduttore tra la crisi dell’Inter e quella della Juventus. L’ultimo episodio in casa bianconera è simbolico. Con la squadra in difficoltà contro il Monza, Angel Di Maria, il fiore all’occhiello del mercato della Vecchia Signora, ha rifilato una gomitata ad Armando Izzo, lasciando la squadra in inferiorità numerica per un tempo intero. Due pareggi e tre sconfitte per la Juventus nelle scorse cinque partite, l’ultima maturata sul campo del Monza che prima della sfida coi bianconeri aveva un solo punto. Dieci punti in campionato ed una distanza dal primo posto già di sette punti. Per la prima volta in assoluto la Juventus ha perso le prime due partite della fase a gironi di Champions League. Se da una parte Massimiliano Allegri non ha avuto a disposizione diversi elementi importanti, dall’altra la Vecchia Signora ha smarrito la mentalità che la contraddistingue e non ha una vera idea di gioco.

Allegri, squadra, società: tutti sul banco degli imputati

Cinque Scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia, due Supercoppe italiane e due finali di Champions League. Questo è il bilancio della prima avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus. Il tecnico toscano è tornato lo scorso anno e a fatica è riuscito a conquistare il quarto posto. La scelta della dirigenza non ha ripagato finora. Allegri ha sempre fatto capire che per lui è importante vincere, a prescindere dal come. Famosa è la sua teoria del “corto muso”. Ma la prima Juventus di Allegri poteva contare su un reparto difensivo che permetteva di vincere anche di misura. La mancanza di un’idea di gioco si sta facendo sentire. Dusan Vlahovic, pagato circa 80 milioni di euro, riceve pochi palloni e non segna dal 31 agosto con lo Spezia, ultima vittoria bianconera.

Nelle prime uscite la Juventus ha fatto fatica a costruire gioco a causa della mancanza di un centrocampista con quelle caratteristiche. La Vecchia Signora ha provato a risolvere questo problema con l’acquisto di Leandro Paredes, che fin qui non ha brillato. L’unica nota positiva è rappresentata dal giovane Fabio Miretti, che mostra la tranquillità di un veterano. Oltre al gioco, il problema appare essere anche mentale. Il motto “Fino alla fine” caratteristico dei bianconeri sembra essere sparito. I giocatori non hanno assimilato la mentalità vincente della Juventus.

Il mercato estivo della Vecchia Signora lasciava pensare ad un inizio di stagione differente. Bremer, Pogba, Kostic, Di Maria, Paredes, Milik, sono state le scelte giuste? L’amministratore delegato della Juventus Maurizio Arrivabene si è assunto tutte le responsabilità. Per ora Pogba non si è mai visto, Di Maria poco. Bremer e Kostic sono alla prima esperienza in una grande squadra e non stanno brillando, così come Paredes. Un apporto importante, invece, è arrivato da Milik. Senza dimenticare che la Juventus è ancora orfana di Federico Chiesa. Bisognerà aspettare che la rosa sia completa per fare una valutazione completa, ma il tempo continua a scorrere. Intanto, Arrivabene ed il presidente Agnelli hanno rinnovato la fiducia in Allegri.