Giovanni Lodetti in esclusiva a SuperNews

“Papà Marcello mi ha trasmesso una grande eredità. La scherma in TV appassionerebbe gli italiani”

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Giovanni Lodetti scherma

La redazione di SuperNews ha intervistato Giovanni Lodetti, psicologo clinico dello sport, maestro di scherma presso “Il Circolo della Spada” con il padre Marcello Lodetti, ex schermitore italiano e presidente dell’associazione A.I.P.P.S. Da sempre vissuto nell’ambiente schermistico, Giovanni ha raccontato ai nostri microfoni l’importante eredità sportiva trasmessa dal padre, a sua volta allievo del grande Giuseppe Mangiarotti, campione internazionale di questa disciplina. Inoltre, dopo essersi addentrato negli aspetti tecnici della scherma, il nostro intervistato si è espresso sul ruolo che questa disciplina assume nel contesto sportivo italiano.

La passione per la scherma è interamente ereditata da tuo padre Marcello, ex maestro italiano di questo sport? Che tipo di eredità ti ha trasmesso?
Sono fortunato a essere figlio d’arte. Mio padre Marcello è stato maestro della Nazionale Italiana per quattro lustri, quindi io ho conosciuto la scherma fin da subito e da un ambiente privilegiato, ero allievo di un maestro famosissimo, ho iniziato come atleta in erba. Da maestro della Nazionale, papà mi ha trasmesso tutti i valori più importanti, tra cui quello pedagogico e gestionale. Il primo fine è il benessere degli schermisti. Questo ha permesso ad alcuni atleti di riuscire a indossare i colori della Nazionale, cosa che è successa anche a me e di cui vado fiero.

Oltre a essere istruttore di scherma, sei anche psicologo clinico dello sport. Di cosa ti occupi, nello specifico?
Ho avuto il privilegio di essere allievo di Marcello Cesa-Bianchi, luminare della psicologia clinica, disciplina che indaga, attraverso il comportamento umano, la lettura dei dati che esso produce sul territorio. Il comportamento dell’individuo, per esempio dei suoi meccanismi di difesa, viene monitorizzato dando vita al valore clinico, ovvero quello della gestione del dato e di come viene portata avanti la ricerca.

Esiste tra sciabola, spada e fioretto una specialità leggermente più complessa?
La scherma ha tre velocità: quella della spada, quella del fioretto e della sciabola. Il fioretto è l’arma più dinamica, la spada è quella più “ragionata”, mentre la sciabola è l’arma più folkloristica, quella che viene dalla cavalleria e che vissuto uno scenario collettivo più ampio. La tecnica del fioretto è didattica, quella da portarsi dietro nel tempo, la sciabola è un’arma più roboante, mentre la spada è per gli schermisti “più riflessivi”, per coloro che aspettano l’errore dell’avversario per fare la loro mossa.

In questo particolare periodo di emergenza sanitaria, come si stanno svolgendo gli allenamenti in sicurezza?
E’ importante capire che ogni disciplina ha delle proprie caratteristiche e delle proprie modalità di interazione. Nello specifico, la scherma ha potuto riprendere in sicurezza, in quanto prevede il distanziamento e ha la possibilità di garantire ai propri atleti ambienti areati e allenamenti in spazi aperti. Inoltre, gli insegnanti indossano regolarmente la mascherina. In questo modo, la scherma riesce a rispettare le ferree regole del CoVid e a garantire i parametri di sicurezza disposti dalla Federazione e dalla Regione.

Sei istruttore di scherma della Federazione Italiana. Ci sono delle giovanissime promesse in questa disciplina?
Abbiamo grandissimi maestri, siamo figli di una grande tradizione e seguiamo dei ragazzi nati per praticare la scherma. In particolare, credo che italiani, francesi e ungheresi siano quelli con questa disciplina nel sangue. Per ciò che riguarda il nostro paese, la sensazione è quella di avere un giardino che genera continuamente bellissimi fiori. Sicuramente, ci saranno sempre campioni nella scherma, dal momento che si tratta di una disciplina fortemente radicata nel dna italiano. Sono pronto a dire che, in qualsiasi luogo della Penisola, c’è un campione in erba.

Crede che la scherma sia una disciplina “minore”, “trascurata” dagli italiani? Spesso, il calcio tende ad oscurare gran parte del panorama sportivo italiano e a puntare tutti i riflettori su di lui, essendo lo sport più amato e popolare…
Sì. Questo è un dato di fatto. Il calcio è la “madre di tutti gli sport”. E’ altrettanto vero, tuttavia, che la scherma ha preso piede negli ultimi anni. E’ sempre stato uno sport complesso nel suo approccio. Se venissero spiegate le sue regole o se la scherma fosse trasmessa in televisione, credo che avrebbe modo di svelare tutto il suo fascino. Gli italiani potrebbero cogliere la sua bellezza, la sua dinamicità, la sua componente di divertimento, caratteristiche chiare principalmente a chi pratica questo sport. Un ruolo fondamentale è svolto anche dai giornalisti nell’attribuire il giusto spazio e interesse a tutte le discipline.

“Manuale di scherma” di Marcello Lodetti è considerato un testo talmente completo da essere stato adottato da Università e da essere citato in opere internazionali. Quando nasce questo progetto?

Papà è stato allievo di Giuseppe Mangiarotti, caposaldo della scherma mondiale. Io sono nato sotto la luce del mio papà, a sua volta una stella del panorama internazionale della scherma. Essendo maestri di una scuola importante, papà Marcello ha voluto racchiudere le sue conoscenze in questo testo, un manuale importante per la didattica. Io ho avuto la fortuna di poter mettere in pratica il contenuto di questo libro con l’aiuto della dottoressa Ravasi, nella nostra bellissima sala che ha sede presso Corso Italia, a Milano.



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