Rigore di De Ligt: il silenzio dei mass media

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La Juve è la squadra con più tifosi in Italia: chiaro che i mass media tradizionali ci vadano coi piedi di piombo quando devono parlare male dei bianconeri. Se no, i fans della Vecchia Signora non comprano più i giornali e non rinnovano gli abbonamenti alle tv. Però questo “stile” era possibile sino a qualche anno: si facevano vedere solo certe immagini selezionate, si discuteva solo di determinate azioni, e il gioco era fatto. Oggi le cose sono molto diverse. C’è il web, ci sono i social. E il rigore di De Ligt è sotto gli occhi di tutti.

Rigore di De Ligt: che errore pazzesco

Prendiamo l’entrata scomposta di De Ligt su Duncan in Juve-Sassuolo. Era rigore gigantesco e cartellino rosso diretto. Nessuna volontarietà. È che i ragazzo entra scoordinato, fuori tempo. Juve che sarebbe andata sotto di punteggio e come numero di uomini. Eppure, i mass media non ne hanno parlato. Addirittura, un giornale di rilevanza nazionale ha titolato che mancava un rigore (molto dubbio, molto discutibile, se non inesistente del tutto) alla Juve. Niente moviole nelle tv. Commenti allucinanti in certe trasmissioni tv, del tipo che forse ha preso la palla. Perché non dire che era rigore di De Ligt?

Ma sei arbitri cos’hanno visto?!

Sull’arbitro più i collaboratori più gli addetti esterni più la Var, stendiamo un velo pietoso. Non vedere un rigore così vuol dire squalificare la categoria. Per carità, tutti in buona fede. Ma se non dai penalty e rosso, pur con la telecamera che immortala l’entrata da rigore di De Ligt, allora hai sbagliato mestiere.

Serve equilibrio

La colpa non è certo del difensore bianconero: il rigore di De Ligt andava fischiato e basta. Così come i falli di mano dello stesso giocatore. La Juve era e resta a favoritissima di questo campionato e può fare il triplete, imitando l’Inter. Non necessita di questi involontari favori né dei mass media né degli arbitri. Ché poi le pay tv non si lamentino se il numero di abbonati crolla. come sta avvenendo: la gente si informa sul web e capisce che qualcosa non quadra a livello di arbitraggi e comunicazione. Serve equilibrio. La buona fede c’è, però non basta. Anche perché poi arriva l’Europa con la sua Champions League a far capire molte cose…