Il dominio incontrastato di Max Verstappen ha reso meno interessanti le quote per la Formula 1 ma, di certo, non ha tolto appeal ad uno sport che da qualche anno ormai si sta confermando come uno tra i più appassionanti al mondo.
Gran parte del merito va certamente ai piloti ma, senza dubbio, ciò che ha contribuito in maniera significativa all’evoluzione del Circus è il lavoro di spettacolarizzazione a lungo cercato dalla FIA e da Liberty Media.
La realizzazione della serie TV di Netflix dal titolo “Drive to Survive” è stata l’inizio di una lunga transizione verso una Formula 1 che oggi rappresenta a tutti gli effetti un brand a livello mondiale, seguita non solo dai fedelissimi dei motori ma anche da semplici appassionati.
Risulta scontato dunque che l’America abbia voluto lanciarsi a capofitto in questo scenario cercando di massimizzare al meglio il potenziale degli Stati Uniti, da sempre precursori quando si tratta di marketing e comunicazione. È proprio questo il dettaglio che emerge da questa recente analisi di Betway Insider che si è focalizzata sull’impatto generato dal triplice appuntamento della F1 nel corso di questa stagione che approderà negli USA a Miami, Las Vegas e in Texas.
Numeri importanti che certificano il potenziale economico di uno sport che naturalmente ha sempre vissuto di progetti entusiasmanti, sponsor di primissima fascia e naturalmente budget e costi elevatissimi.
Formula 1: i vantaggi del modello USA
Come anticipato, con questi presupposti si rischia seriamente di mettere in una posizione scomoda il GP di Monza che in vista della prossima stagione potrebbe vedersi soffiare via l’ormai storico appuntamento con la F1.
Proprio recentemente è stato Stefano Domenicali, presidente di Formula One Group, a ribadire l’evoluzione in termini di spettacolo (e quindi ascolti e introiti) che il Circus sta vivendo lanciando un messaggio chiaro all’Italia: da Monza ci si aspetta un progetto interessante e valido, che possa scalfire ogni dubbio sulla presenza della tappa azzurra nel prossimo campionato.
D’altronde, la Formula 1 da un anno abbondante ormai guarda anche a tutti gli altri continenti, a partire dall’Africa su cui sono moltissime le voci che spingono per l’approdo di una delle manifestazioni sportive più seguite di sempre.
Cosa guardare allora? Non vi sono dubbi che quanto visto in America – con le dovute proporzioni – rappresenti un modello da seguire importante, ai fini di uno spettacolo non solo sportivo. Sul tracciato di Miami nel 2022, ad esempio, avevamo visto sfilare tantissime celebrità di prestigio internazionale, da Michael Jordan a Brad Pitt, passando per Serena Williams e Michelle Obama.
Che dire dei piloti poi? Proprio quest’anno ha fatto il suo esordio in Formula 1 lo statunitense Logan Sergeant su cui ci sono molte aspettative. Viceversa, l’Italia dopo l’addio di Giovinazzi rimane a bocca asciutta e con una Ferrari che continua a non entusiasmare, il rischio di non vedere Monza il prossimo anno non è più così lontano.
Staremo dunque a vedere cos’accadrà da qui ai prossimi mesi quando lo stesso Domenicali ha confermato di voler ricevere tutte le proposte per il 2024, in attesa di scoprire se ancora una volta ci sarò spazio per il “Tempio della Velocità” che quest’anno celebra la sua 94ª edizione.