Campo di concentramento Covid, agghiacciante realtà

Campo di concentramento Covid, una folle e agghiacciante realtà che potrebbe arrivare anche in Italia? Le indiscrezioni

Tempo di lettura: 1 Minuti
6787
Campo di concentramento Covid, agghiacciante realtà

Campo di concentramento Covid, agghiacciante realtà. L’inno alla libertà e l’elogio alle restrizioni, sono queste le due facce della medaglia del nostro Paese. Due pareri diversi e contrastanti che, ad ogni modo, dovrebbero comprendere quale sia la giusta misura, dato che appare piuttosto evidente il fatto che certe scelte che vengono apportate risultano essere drastiche e, per certi versi, anche esagerate. Come nel caso della Cina dove tantissime persone continuano a scendere in piazza per protestare contro le strette del governo. E dove vengono allestiti addirittura giganteschi campi di quarantena per tenere i positivi al Covid lontano dal resto della popolazione. Le indiscrezioni.

Campo di concentramento Covid, agghiacciante realtà, le indiscrezioni su quello che potrebbe accadere

Su ilparagone.it si legge quanto segue:

‘Nella città di Guangzhou, a sud della Cina, il governo sta facendo costruire un campo di quarantena per tutti i casi positivi di Covid-19. Il campo è stato progettato a seguito dell’aumento esponenziale dei casi nella provincia di Guangdong: una struttura che potrebbe ospitare potenzialmente circa 250.000 persone e che fa venire i brividi soltanto a guardarla.

Proprio in queste ore, però, la Cina si è trovata allo stesso tempo costretta ad allentare alcune misure restrittive, a seguito delle violente proteste andate in scena negli ultimi giorni. Sono stati sospesi i tamponi di massa per testare la popolazione Guanghzou, mentre restano sotto lockdown alcune parti del quartiere di Haizu.

Un passo indietro reso necessario dall’inasprirsi delle proteste, con scontri tra le forze dell’ordine e i cittadini. Resta impressa nella mente, però, l’immagine di quel gigantesco campo di quarantena dove potrebbero finire 250 mila persone. E pensare che qualcuno, tra i nostri esperti, indica ancora la Cina come modello da seguire’.

 

Fonte: ilparagone.it