Qatar2022, finora un mondiale soporifero e con poche emozioni

Prima settimana del mondiale, la noia offusca lo spettacolo

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Qatar2022, la prima settimana del mondiale ha emesso già un verdetto: Qatar eliminato. La prima volta che nel più importante torneo calcistico, il paese ospitante esce alla seconda partita disputata. Non c’è da stupirsi più di tanto, se riflettiamo di che Nazionale parliamo e il conseguente livello dei calciatori che rappresentano il Qatar medesimo. Una notizia che ci invita a riflettere su quanto sia stato necessario disputare un mondiale in un contesto analogo, la Fifa darà la sua versione ma che si può ugualmente impugnare. Questo mondiale intanto ha stabilito un record: è il più oneroso nella storia del calcio, sono stati sborsati la bellezza di duecentoventuno miliardi di euro.

Qatar2022, tra le favorite spicca la Spagna di Luis Enrique

Ci si aspettava molto dalle Nazionali candidate a vincere questo torneo, partendo da chi ha vinto l’ultimo mondiale – la Francia – ha vinto si 4-1 contro l’Australia nella prima partita del suo girone, ma senza aver convinto molto. Solito individualista Mbappé, doppietta per Giroud – neanche avrebbe giocato se non si fosse infortunato Benzema – e poca roba l’Australia. La Spagna ha passeggiato nella sua partita, ma almeno s’intravede qualcosa: gioco, idee e qualità. L’Argentina ha toppato contro l’Arabia Saudita, così come la Germania contro il Giappone. Sia l’Argentina che la Germania hanno perso dopo essere andati in vantaggio. In vantaggio come? Grazie a un calcio di rigore, a un episodio. La dice lunga su entrambe. Stesso discorso per Belgio, Uruguay, Portogallo, Inghilterra e Olanda.

Qatar2022, nel Brasile emerge in sordina Richarlison

Oltre la Spagna chi sembra aver convinto un po’ di più, è il Brasile di Tite. I riflettori se li prende Neymar, ma il Brasile è anche altro: da Vinicius a Gabriel Jesus, per arrivare all’uomo del momento, Richarlison. Protagonista di una doppietta contro la Serbia; il secondo goal per ora è il migliore del torneo. Il Belgio, l’Inghilterra e il Portogallo conoscono un solo spartito: individualità e contropiedi. L’Olanda non ha gente del calibro di Sneijder, Robben, Van Persie e si è notato. E L’Uruguay non ha ancora trovato qualcuno all’altezza di Suarez e Cavani, entrambi tra gennaio e febbraio compiranno 36 anni e in campo si vede. Non sempre i grandi risolvono il match, manca il “ricambio generazionale”.