Gianluigi Buffon è ancora il giocatore italiano più famoso?

Gianluigi, per tutti Gigi, con la sua lunga carriera durata più di 20 anni è sicuramente uno dei calciatori più famosi

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Gianluigi Buffon calciatore più famoso.

Gianluigi Buffon calciatore più famoso. La vittoria degli Europei ha sicuramente aumentato la fama dei vari giocatori che sono scesi in campo con i colori azzurri durante questa manifestazione che ha visto alzare la coppa a Chiellini e soci davanti agli inglesi, in una notte di luglio sotto il cielo di Wembley, ma probabilmente il giocatore italiano più famoso al mondo rimane ancora Gianluigi Buffon che nonostante i suoi 43 anni non si è ancora ritirato scegliendo di tornare a Parma (Se credete che i ducali potranno subito tornare in Serie A e volete scommettere su questo avvenimento ecco come fare la registrazione del conto), squadra che dopo la retrocessione in Serie B si è consolata con il suo acquisto.

Proprio nella città emiliana aveva iniziato la sua carriera passando da giovane portiere esordiente ad essere uno dei migliori del mondo per parecchi anni.

Ora ha scelto di scendere di categoria per difendere ancora una volta i colori gialloblù con la voglia e l’obiettivo di regalare soddisfazioni ai suoi tifosi e ai suoi follower oltre 10 Milioni su instagram dato che lo rende il calciatore italiano più seguito su questo social.

Gianluigi, per tutti Gigi, Buffon nella sua lunga carriera durata più di 20 anni si è reso protagonista con le sue parate, impossibili da dimenticare quelle nei Mondiali del 2006, ma anche di alcune dichiarazioni controverse che hanno causato polemiche con la stampa. La prima in ordine cronologico risale alla polemica del gol fantasma di Muntari in un Juventus Milan datato 2012, match fondamentale per lo scudetto.

Gianluigi Buffon calciatore più famoso.

“Se me ne fossi accorto non l’avrei detto all’arbitro” aveva detto il portiere a fine partita, parole non di certo sportive ma che sono valse uno scudetto festeggiato dai bianconeri.

La Champions League è sempre stata un ossessione per Buffon che dopo l’eliminazione contro il Real Madrid a causa di un rigore dubbio assegnato contro la Juventus al minuto 92 si era sfogato così: Un arbitro non può condizionare una impresa memorabile, epica, perché non hai la personalità di stare a certi livelli”. “L’arbitro deve capire e avere la sensibilità di capire il disastro che stai facendo. Io non sto a sindacare ciò che ha visto, era un’azione dubbia. Ma è impreparato, non ha visto quello che ha accaduto nella partita d’andata. Al 93′, un’azione dubbia, dopo non aver dato un fallo uguale al 95′ non puoi avere il cinismo di fischiare e distruggere il sogno di una squadra che ci ha messo tutto. O vuoi fare il protagonista o non hai la personalità, non si può fare. Ha deciso come un animale, al posto del cuore ha un bidone dell’immondizia. Stai in tribuna con la moglie e i figli a bere e mangiare patatine. La pago io a 40 anni se sbaglio, mi auguro che anche gli altri lo facciano. Il Real è forte, sono bravi e vinceranno la Champions League. Ma meritavamo almeno i supplementari”.

Parole che gli sono costate una squalifica ma che hanno dimostrato la personalità e la sincerità mista a delusione di un calciatore che non è mai stato abituato a pronunciare le solite frasi fatte, prendendosi il rischio di pagare le eventuali conseguenze.

In carriera ha disputato più di 700 partite con i club in prima squadra e 176 partite in nazionale numero che sogna di aumentare con la convocazione ai prossimi mondiali che si terranno in Qatar.  Lo stesso Buffon sa che sarà un’impresa quasi impossibile contando che l’età avanza e che ormai Donnarumma ha dimostrato di essere il suo erede designato, ma ritiene che i sogni siano fondamentali per poter continuare a giocare a calcio, motivo per cui ha scelto di firmare per il Parma per due anni giocando così almeno fino a 45 anni e poi chissà che all’orizzonte non emergano altre sfide per un campione che non ha mai voluto arrendersi neanche davanti alle varie difficoltà come il caso Calciopoli, dimostrando di essere legato al bianconero scegliendo di andare in Serie B con la Juventus piuttosto che cercare soldi e fortune in un altro club, magari in grado di dargli la possibilità di vincere quella coppa delle grandi orecchie che sogna sempre di sollevare.