Intervista Guillermo Giacomazzi

“Mercato del Lecce? Voto 10! I giallorossi disputeranno i playoff. Avrei voluto terminare la mia carriera a Lecce, ma…”

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Intervista Guillermo Giacomazzi

News Sports ha avuto il piacere di intervistare Guillermo Giacomazzi, ex centrocampista del Lecce e bandiera dei giallorossi. Ai nostri microfoni, l’uruguaiano ha ripercorso l’importante esperienza con la maglia giallorossa, che ha indossato dal 2001 al 2013, salvo le brevi parentesi con Palermo ed Empoli. Giacomazzi si è espresso sul percorso dell’attuale squadra salentina e più in generale sul campionato di Serie B, indicandoci quali siano, a suo parere, le squadre più attrezzate per conquistare e affrontare la Serie A.

Guillermo, iniziamo dal principio. Dove è iniziata la tua carriera calcistica? E come sei approdato al Lecce?
Io sono uruguaiano. Il mio percorso calcistico inizia a Montevideo, la mia città e capitale dell’Uruguay. La mia prima squadra professionistica è stata il Bella Vista. Avevo appena compiuto 17 anni. Dopo aver vinto il campionato ed esserci qualificati per la Copa Libertadores con il Bella Vista, mi ha acquistato il Peñarol, un club importante in Uruguay, che ha vinto molti titoli internazionali. Ho giocato due anni in questa squadra: ho disputato coppe internazionali e sono stato convocato per la prima volta nella Nazionale maggiore. Dopo il secondo anno con il Peñarol, Pantaleo Corvino e la famiglia Semeraro si sono interessati a me. Nel 1999 c’era stata una trattativa che è saltata all’ultimo con il Vicenza, così come è saltata quella con il Torino, nello stesso anno. La squadra che si è fatta avanti, nel 2000-2001, è stata il Lecce: Corvino mi ha acquistato dopo l’ultimo anno con il Peñarol.

Lecce è stata la tua tappa calcistica più importante. Con i giallorossi hai vinto un campionato di Serie B nel 2009-2010 e sei diventato indubbiamente una bandiera di questo club. Che ricordi hai del periodo salentino?
Sono stato a Lecce per tantissimi anni. Io e i miei compagni abbiamo vinto il campionato di Serie B, nel 2009, ma ne abbiamo vinti anche altri. Ci sono tantissimi ricordi: le bellissime vittorie contro le grandi, le promozioni, le salvezze conquistate in Serie A. Con la maglia giallorossa ho interpretato diversi ruoli. Ricordo che, fin da subito, fui impiegato come centrocampista offensivo, quando io, al contrario, ho sempre giocato come centrocampista difensivo. Da quando nella mia prima trasferta segnai due gol contro il Piacenza, l’allenatore si convinse ad assegnarmi quel ruolo. Molti mi vedevano nei panni dell’attaccante. All’inizio non ero contento del ruolo, non mi piaceva, ma, successivamente, sono tornare a giocare dove mi sono sempre sentito a mio agio.

Nel luglio 2013 il Lecce acquista Fabrizio Miccoli e ti viene tolta la fascia di capitano per scelta del tecnico Moriero. La tua reazione è stata quella di abbandonare il ritiro che stavi affrontando con i giallorossi. Ci racconti com’è andata?
È stata una decisione della società, attuata poi da Moriero, che è molto amato a Lecce. Probabilmente, la società in quel momento non poteva più sostenere un ingaggio importante come il mio. Inoltre, arrivava Miccoli, quindi i vertici hanno preferito agire in questo modo. Voglio precisare che non provo alcun tipo di rancore. Ho scelto tante volte di rimanere con i salentini. Sicuramente, giocando per tantissimi anni nel Lecce, avrei voluto chiudere la mia carriera in giallorosso, ma è andata diversamente. Fa parte della vita, fa parte del calcio. Dopo l’esperienza con il Lecce, sono andato a giocare in Serie B, a Siena, su chiamata di Beretta, e poi a Perugia, in cui mi sono cimentato anche nel ruolo di difensore centrale. Mi sono molto divertito, ho avuto modo di conoscere nuove realtà.

Il Lecce è ottavo in classifica, a quota 35 punti. Ti aspettavi questo risultato arrivati a questo punto della stagione? Lo giudichi al di sotto delle possibilità o lo reputi un buon risultato?
Nel calcio ci sono tante dinamiche e tanti fattori da valutare. Nel Lecce sono cambiati molti giocatori, così come è cambiato l’allenatore. La squadra, per i nomi e per la qualità che ha, sta avendo un rendimento al di sotto del suo potenziale. Tuttavia, ci sono molti giocatori giovani, stranieri, e riuscire ad amalgamare questi innesti e creare un’idea di gioco non è semplice. Ci vorrà del tempo. In ogni caso, credo che i giallorossi siano forti: hanno disputato un’ottima partita contro la Cremonese, hanno una rosa di calciatori esperti per la categoria, i giovani stranieri stanno cercando di adattarsi al meglio a questa tipologia di calcio. Il campionato è lungo, mancano ancora tante partite. L’importante è restare uniti e non creare troppi problemi alle prime difficoltà, perché di problemi ce ne saranno ancora.

Come valuti il mercato del direttore sportivo Corvino?
Fare mercato, in una situazione economica difficile come questa, è una cosa che non deve essere sottovalutata. Corvino è riuscito a portare a Lecce tanti ragazzi di qualità e di prospettiva, senza spendere troppi soldi. I frutti di un mercato del genere si vedranno in futuro. Inoltre, il Lecce dispone di giocatori esperti come Mancosu, Meccariello, Pisacane, Lucioni. Mi sembrano nomi importanti per un campionato di Serie B. Credo che il mercato fatto da Corvino sia stato ottimale: è riuscito nell’intento di amalgamare l’esperienza alla freschezza di questi nuovi ragazzi. Reputo da voto 10 il mercato del direttore sportivo. Purtroppo, a volte nel calcio non c’è proporzionalità diretta tra buon mercato e rendimento della squadra, perché questo è uno sport fatto anche di episodi e situazioni particolari, momenti in cui serve personalità e capacità di leggere le partite. Ancora i risultati non sono quelli che tutti quelli che tifano Lecce si aspettano, ma c’è ancora tempo: mancano ancora tante partite da giocare e l’obiettivo è lì vicino, non è lontano. Il Lecce ha passato un momento abbastanza complicato, ma nell’ultima partita la squadra ha voluto dimostrare di esserci ancora. Non sarà facile giocare con squadre che devono salvarsi. Anche il Pescara, che reputo una squadra forte, con tanti ragazzi di prospettiva, è ultima in classifica. Sabato 27 febbraio il Lecce giocherà proprio contro i biancazzurri, e non sarà assolutamente semplice. La Serie B è un campionato difficile, in cui la squadra più equilibrata è quella che arriva più lontano.

I giallorossi disputeranno i playoff?
Sì, secondo me sì. Il Lecce dispone di una rosa completa e di un bravo allenatore. Non arrivare ai playoff sarebbe una delusione, credo che tutti siano consapevoli di questo. Tuttavia, sono sicuro che i giallorossi arriveranno a disputare i playoff, perché la squadra è forte. Bisogna essere uniti.

Cosa pensi dei recenti e clamorosi errori arbitrali e dell’assenza del Var nel campionato di Serie B?
Io vengo dal calcio in cui questa tecnologia non esisteva. Ho perso tante partite a causa dell’assenza di un sistema come il Var. È una tecnologia che cerca di diminuire gli errori, anche sta togliendo un po’ di “folklore” al calcio, ai suoi tifosi. A volte, bisogna attendere un po’ prima di capire se è gol o meno, se è rigore o no, se è fallo o meno, ma sicuramente è un sistema che garantisce più giustizia. C’è da dire che anche in sala Var si sbaglia, perché è difficile leggere correttamente alcuni episodi. Tuttavia, è normale che, in un campionato privo del Var, si pensi a quanto sia necessaria una tecnologia del genere. Al momento, però, dobbiamo accettare questa condizione. Sicuramente, il VAR può aiutare gli arbitri, aiuta a commettere meno errori, ma gli errori, in fin dei conti, si commettono sempre. Inoltre, ci tengo a devo fare i complimenti agli arbitri italiani: sono davvero bravi. Seguo anche altri campionati oltre la Serie A, e noto una grande differenza tra gli arbitri italiani e quelli di altre realtà europee. Quando giocavo, negli anni novanta e duemila, c’era sudditanza psicologica, ma oggi gli arbitri dirigono le gare anche in stadi vuoti, quindi gli errori li fanno non per pressione psicologica, ma per una valutazione errata dell’episodio. Tutto questo fa parte del gioco.

Quali squadre saliranno in Serie A?
Questa è una domanda difficile. (Ride). L’Empoli ha una bella idea di gioco ed è una squadra concreta. Si trova prima in classifica e sono sicuro che salirà in Serie A. Per quanto riguarda la seconda squadra che conquisterà la promozione, non saprei: ne indicherei una tra Monza e Lecce, squadre a mio parere più forti delle altre, ma anche il Venezia mi piace, gioca un buon calcio. Inoltre, trovo solida e con ottimi singoli la Salernitana. Quello che conterà per decretare chi salirà in Serie A sarà la testa, la condizione fisica e la fiducia nei propri mezzi, in una condizione sanitaria molto complessa. In ogni caso, la squadra che sicuramente troveremo nella massima serie il prossimo anno sarà l’Empoli, per la continuità dimostrata e per la qualità che ha fatto vedere.

FONTE: https://news.superscommesse.it/calcio/2021/02/guillermo-giacomazzi-a-supernews-mercato-del-lecce-voto-10-i-giallorossi-disputeranno-i-playoff-avrei-voluto-terminare-la-mia-carriera-a-lecce-ma-411265/